I Crismani
Una realtà tutt'altro che tramontata

Quando per la prima volta mi sono affacciato alla cinofilia "agonistica", non sapevo effettivamente cosa cercavo, nè tanto meno quali interessi essa avrebbe potuto suscitare.


Sentivo parlare le persone più grandi di me di: linee di sangue, genealogie, campioni, trialer, ma forse non capivo minimamente cosa volessero dire, eppure fin dall'inizio mi sentivo trascinato da queste parole, e fortemente incuriosito. Acquistai i primi libri, le prime riviste, e cominciai ad entrare in quel mondo che oggi a distanza di una dozzina d'anni è per me una continua scoperta, e uno dei più piacevoli e gratificanti passatempi.


Tra i diversi argomenti che maggiormente stuzzicarono la mia fantasia, la genetica suscitò da sempre un interesse particolare, infatti, da un lato essa è misteriosa e imponderabile, dall'altro, per mano di qualche "mago", essa è quasi scontata e calcolabile.


Tra gli ultimi testi su cui ho approfondito i miei studi, non posso fare a meno di citare la serie di Almanacchi del setter inglese del sig. Gabrielli, che, per la prima volta, ha reso a tutti gli estimatori del setter un servizio unico nel suo genere. La certosina ricerca dell'autore, deve essere considerata un testo sacro per tutti gli amanti della razza, e per tutti gli appassionati di genetica.


Proprio attraverso questi testi si evince che quasi tutti i setter inglesi che dal dopoguerra ad oggi hanno calcato, e calcano, i più famosi campi di prove, hanno un fattore in comune, cioè la presenza di uno o più ascendenti provenienti dall'allevamento Crismani. Questo dato è sorprendente se si considera che all'anagrafe canina (E.N.C.I.) sono stati iscritti centinaia di migliaia di setters inglesi. Questi dati hanno acceso ancor di più la mia fantasia, certo, forse la maggior parte dei setteristi, attenti alla genetica, sa che gli ultimi più grandi riproduttori, che hanno rinsanguato l'allevamento italiano ed estero, sono stati Dun del Meschio e Lem del Resegone, guarda caso il primo figlio di Crismani Olaf, il secondo nipote per parte materna di Crismani Sly. Ma scoprire con dati alla mano che più del 90% proviene da quel ceppo è sbalorditivo. Tutto questo ha suscitato in me un'ulteriore curiosità, qual era il segreto di Giacomo Crismani?


Ed ecco allora che anch'io avvalendomi del prezioso lavoro di Gabrielli, e di altri insigni studiosi, ho portato avanti una ricerca le cui conclusioni saranno, forse, anche ovvie per altri, ma per me sono frutto di un'analisi empirica, a posteriori, fatta valutando gli accoppiamenti di Crismani che hanno avuto seguito nella storia della razza. E' opportuno precisare che quelli documentati non saranno gli unici accoppiamenti prodotti dall'allevatore, e che senz'altro anche dai suoi cani saranno usciti frutti mediocri, ma lo ripeto, l'aspetto che in ogni caso deve far riflettere è la continuità con cui la corrente Crismani ancora oggi, a 22 anni dalla fine dell'attività, dà i suoi frutti sui campi di prove, a caccia e in riproduzione.


Dall'attenta lettura delle informazioni disponibili la cosa che più mi ha colpito è che Crismani iniziò ad allevare con un'idea fissa in mente: i suoi capostipiti dovevano provenire da Stylish Turvy (Westdown) un cane che, a suo dire, gli rimase "nel sangue". Anche se i primi tentativi fatti nel periodo pre bellico non diedero i risultati sperati, dopo la guerra iniziò con Ques delle Morene nel cui pedigree compariva il nome di Turvy per ben tre volte.


Anche Fausto Cavalli, altro importante allevatore di setter che seppe distinguersi nel periodo pre bellico, ricominciò dopo la guerra con una sorella di Ques: Quercia delle Morene. Per essere precisi, bisogna dire che la Ques così come la Quercia, risalgono per parte paterna ai primi "del Rovere" di Fausto Cavalli, che furono il frutto dell'accoppiamento fra Nice Style Staar allevata da Giulio Colombo ed il già citato Stylish Turvy.


I documenti che noi tutti abbiamo la possibilità di consultare danno risalto a questi due allevatori del passato: Cavalli e Crismani. Il primo già navigato allevatore con la sua lunga esperienza anteguerra, il secondo che dà vita al suo allevamento di setter inglesi negli anni '50.


Due periodi completamente diversi. Nella prima metà del secolo nacquero solamente il 2% dei setter inglesi iscritti nei libri origini, mentre nella seconda metà nacque l'altro 98%. E' lampante che in questi due momenti così diversi, per numero di iscritti nei libri origini, il livello del confronto è cresciuto in modo esponenziale.


Ed è proprio in questo secondo periodo, in cui è più difficile emergere, che il lavoro di selezione svolto da Giacomo Crismani evidenzia tutto il suo peso ed il suo valore. Infatti, i setter inglesi che in questo secondo periodo si impongono nelle prove e in riproduzione, hanno sempre il sangue dei Crismani che scorre nelle vene. Lo stesso Cavalli che già vantava una lunga esperienza di allevatore della razza, attinse più volte dalla corrente dei Crismani, probabilmente nel tentativo di migliorare i suoi "del Rovere".


Ma detto questo, vorrei cercare di capire l'approccio, il metodo, utilizzato dai nostri predecessori, ed in particolare da Crismani. Vorrei verificare se possa esistere una logica negli accoppiamenti che può dare con maggiore probabilità setters superiori alla media.


Continuando l'approfondita lettura dei dati in mio possesso, scopro che Crismani non è quasi mai ricorso a campionissimi. I frutti più importanti soprattutto in termini di continuità genetica li ha avuti senz'altro con: Crismani Bill, Crismani Black, Brill 2° del Rovere (figlio di Crismani Bill), Crismani Sly, Crismani Ifor, Sharnberry Nick e Valiant Will.


Questa tesi è avvalorata anche dall'analisi dei primi accoppiamenti effettuati da Crismani: Lamon Till, utilizzato per il primo accoppiamento di Ques delle Morene, non era certo famoso per le sue gesta in prove di lavoro; Tell 68°, benché campione di lavoro ed apprezzato per il suo indiscutibile stile setter, è stato forse il soggetto più discusso, sia per le sue origini, che per il suo temperamento non sempre da vero trialer; ma dal primo nasce Astra 5° soggetto molto valido venaticamente, questo e quello che riportano i documenti, ma soprattutto ottima riproduttrice, e questo si può riscontrare dalle qualità dei tanti figli che ha dato alla luce, in primis la superlativa Crismani Cora. Dal secondo deriva, sempre con la Ques, una cucciolata formidabile di soggetti, che oltre ad imporsi sui campi di prove (Bill, Black, Buck campione di lavoro, Bora), hanno lasciato un segno indelebile per il patrimonio genetico cui hanno dato origine in seguito ai loro accoppiamenti. Quasi tutti i nove della cucciolata sono stati utilizzati in riproduzione con eccellenti risultati.


Mi sembra di capire quindi, giusto per fare una prima sintesi dell'approccio di Crismani che, innanzitutto bisognava partire da una fattrice di ottima genealogia, ed accoppiarla con soggetti concreti, venatoriamente validi, anche se non necessariamente proclamati campioni di lavoro. Ma a questo punto mi viene da fare un'altra riflessione, forse nel passato le gare non erano, come oggi, una mera competizione, ma avevano ancora lo scopo di individuare il gran riproduttore, colui che avrebbe dovuto dare seguito alla specie, ma queste sono considerazioni che introducono discorsi troppo lunghi e noiosi, del resto il bello della cinofilia è che ognuno è libero di interpretarla come meglio crede: c'è chi è cinofilo per vincere le gare, perché magari non ha tempo di dedicarsi all'attività venatoria, e chi è cinofilo perchè il suo scopo è dare origine ad un ceppo di cani venatoriamente validi, e che oltre al lacet della domenica mattina siano capaci di incontrare la beccaccia nel bosco durante tutta la settimana.


Tornando all'attività di Crismani, un altro punto che emerge è la consanguineità: strumento di selezione ideale per la fissazione dei caratteri, ma da usarsi con raziocinio. Crismani l'ha usata molto, in tutti i suoi soggetti c'è qualche rientro di sangue, e il tipo di accoppiamento da lui preferito era l'unione di due fratellastri, i più importanti soggetti dell'allevamento derivano da questo modo di fare: Cora generata dall'accoppiamento di due figli di Ques delle Morene, Olaf generato da due cugini, Ifor proveniente da soggetti entrambi figli di Crismani Bill, Atos generato dall'unione di due cugini Morgan (figlio di Harry), e Olga (figlia di Hines). E' quanto dire, o Crismani era fortunato, oppure era uno di quei "maghi" che riusciva a ponderare la genetica. Chi ha nel sangue il setter, e si è erudito sull'evoluzione della razza opta per questa seconda ipotesi. A volte, osservando l'avidità e la passione innata con cui taluni affrontano i terreni di caccia, mi è spontaneo ricordare Crismani per il suo operato e per l'eredità che ci ha lasciato.


Nella mia ricerca ho cercato di verificare se qualcuno ha "imitato" l'operato di Crismani, cioè se ha usato le sue tecniche di allevamento; e può sembrare un caso, ma, Fanton con i suoi Di Cerea ha ottenuto risultati importanti, sia sui campi che sui ring, ma ancor di più in termini di continuità genetica si ricordino a titolo di esempio Lindo II° e Bill Di Cerea (figlio di Crismani Eros). Rovini che con i suoi Dianella è stato per circa un ventennio sulla cresta dell'onda, ricorse al sangue dei Crismani utilizzando Lem del Resegone, nipote di Crismani Sly, Mera dell'Orsone, figlia di Crismani Dik e ben integrando con altri validi soggetti provenienti dalla stessa corrente, riesce ancor oggi ad ottenere ottimi risultati. Franco Francini allo stesso modo utilizzando ottime fattrici ed accoppiandole anche in consanguineità con un formidabile stallone nipote di Crismani Olaf, e con un certo Dik della Marciola (nipote di Crismani Cobra) ha scritto molte pagine della storia della razza dell'ultimo ventennio. Valerio Ronchi adoperando fattrici di ottima genealogia, non a caso discendenti dai Crismani, con il contributo di Decor Lot (discendente da Crismani Dik e Crismani Olaf) ed operando con una consanguineità abbastanza stretta, ha ottenuto eccellenti risultati. Orlando Fabbri partendo da una figlia del già citato Dun del Meschio (figlio di Crismani Olaf) e procedendo con una consanguineità stretta, simile a quella utilizzata da Crismani, ha realizzato una catena di trialer che spopolano in tutta Europa.


Beh! Cosa dire, per molti giovani i Crismani sono parte fondamentale della storia del setter inglese, così come i cani di E. Laverack lo furono per i nostri predecessori. Giacomo Crismani è stato un grande allevatore, l'interminabile fila di campioni discendenti dai suoi cani sottolinea indiscutibilmente il valore del suo operato, innalzandolo come il più importante allevatore di setter inglesi del 20° secolo. Per me che ho poco più di 26 anni i Crismani sono IL SETTER INGLESE, e Giacomo Crismani, benché sia passato a miglior vita da un po' di tempo, è uno di quegli allevatori da cui è ancora possibile imparare leggendo ed analizzando il suo operato.

Bruno


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