UNA GIORNATA INDIMENTICABILE

Quella che voglio raccontarvi è la storia di Red, un setter bianco arancio proveniente dall’allevamento Magis di Giancarlo Mancini. Sono venuto in possesso di questo magnifico ausiliare a Novembre del 1992 quando aveva appena 8 mesi. Venivo da un paio di anni di esperienze negative con soggetti provenienti da famosi canili. Facendo esclusivamente caccia alla beccaccia, ebbi modo di fargli fare alcuni incontri negli ultimi due mesi rimasti della stagione. Dimostrò subito un interesse spasmodico per questo selvatico. Se trovava i segni di una pastura di beccaccia, cambiava subito il suo modo di cercare, spaziando più del dovuto, fino a che non riusciva a ritrovarla. Quello che voglio raccontare è un'aneddoto accaduto quando Red aveva oramai 8 anni ed era oramai considerato dai beccacciai della zona, il miglior cane da beccacce, tanto che negli ultimi anni fu sottoposto ad una intenza attività riproduttiva, con soggetti provenienti anche dalle regioni limitrofe. (Ancora oggi ci sono in mano a beccacciai, soggetti nati da quella discendenza).


Era una gelida mattina di Gennaio, una delle ultime giornate di caccia della stagione 2000-2001 e insieme al mio abituale compagno di caccia, Renato, ci apprestammo a battere un costone di montagna dove anche in giornate molto fredde, si riesce a trovare qualche beccaccia grazie al tipo di vegetazione; quercioli e ginepri.


Red iniziò a battere il terreno con la solita veemenza che da sempre lo ha contraddistinto, seguito da due cuccioloni di sei mesi, suoi figli, che stavamo iniziando alla caccia.


Ad un certo punto ci accorgemmo che Red era sparito, ma soprattutto il campano aveva smesso di far sentire il suo suono.


Iniziammo la ricerca di Red e dopo pochi minuti, grazie al consenso dei cuccioloni, trovammo Red in ferma su una radura. Mi avvicinai al cane, mentre Renato cercava un piazzamento che gli consentisse di poter sparare, ed inizia a farlo guidare.


Stranamente il cane ruppe la ferma senza dare nessun segnale della presenza della beccaccia. Iniziammo ad analizzare il terreno e vedendo degli escrementi di volpe, pensammo che fosse stata quella ad aver richiamato l’attenzione del cane.


Iniziammo a scendere in direzione della macchine, un po’ scoraggiati , in quanto non avevamo trovato il benché minimo segnale della presenza di beccacce. La cosa strana è che Red non ne voleva sapere di seguirci nella direzione intrapresa, continuando a cacciare per proprio conto sul costone sopra di noi. Fui costretto ad utilizzare il guinzaglio per convincerlo a seguirci. Dopo circa una decina di minuti raggiungemmo le macchine e dopo aver scaricato i fucili, ci apprestammo a far salire i cani nel bagagliaio dell’auto. Avevo appena aperto il bagagliaio, fatto salire uno dei due cuccioloni e mi apprestavo a far salire Red, ma non appena sentitosi liberato dal guinzaglio, il cane iniziò nuovamente a salire in direzione del costone, sordo ad ogni tipo di richamo. Inutile dirlo che ero arrabbiatissimo per il comportamento anomalo del cane, ma ripreso il fucile dal fodero mi apprestai nuovamente ad andare a recuperare il cane, già pensando alla punizione da impartirgli.


Intanto seguendo il suono del campano, individuai la direzione intrapresa da Red. Giunto sul crinale del costone, dove avevo sentito per l’ultima volta il suono del campano, iniziai a cerare il cane, in quanto il campano si era azzittito.


Nonostante fossi molto irritato, cercai di ritrovare la calma ed iniziai a cercare Red in una valletta coperta di quercioli e ginepri. Feci un piccolo fischio di incitamento, sapendo che il cane era abituato a guidare a distanza. Infatti subito dopo sentii il tintinnio del campano per alcuni secondi, per poi rimanere immerso nel silenzio più totale.


Mi avvicinai silenzioso verso il cane e con immensa gioia lo vidi in ferma a non più di 15 metri da me. Cercai di trovare una posizione che mi permettesse di sparare e poi incitai il cane a guidare. Red iniziò la sua guidata per alcuni metri per poi schiacciarsi nuovamente a terrà. Capii che eravamo arrivato sul selvatico. Questa volta la beccaccia non mi diede il tempo di piazzarmi e riuscii solamente e sentire il frullo fragoroso e ad intravederla tra le ramaglie. Gli lasciai dietro due fucilate ma senza successo. Immediatamente mi apprestai a chiamare con il cellulare il mio compagno di caccia per dirgli di raggiungermi sulla buttata della beccaccia. Intanto Red era partito nuovamente alla ricerca della sua amata beccaccia ed infatti dopo alcuni minuti mi resi nuovamente conto che il campano si era fermato.


Intanto Renato mi aveva raggiunto ma in condizioni pessime a causa della corsa che aveva fatto per raggiungere la buttata.


Non riuscimmo nemmeno a decidere cosa fare, che vedemmo nuovamente la beccaccia in volo verso il fondo del costone. Conoscendo il grande senso del selvatico di Red, decisi di rimanere fermo nel punto più scoperto che mi permetteva di vedere tutto il costone e seguire il suono del campano, sperando che questa volta Red riuscisse a mettere la beccaccia tra lui e noi.


Infatti dopo una lunga ricerca Red fermò nuovamente la beccaccia che come previsto (o meglio sperato) si involò nuovamente nella nostra direzione, andando a rimettersi a non più di 50 metri dalla mia posizione.


Aspettai alcuni minuti prima di muovermi, per dare a Red il tempo necessario a ritrovare la beccaccia. Cosa che fece con la sua solita maestria.


Sentendo dove il campano aveva nuovamente smesso di suonare, mi resi conto di essere a non più di dieci metri dal cane, infatti mi spostai di alcuni passi e finalmente vidi Red in ferma nella mia direzione.


Avevo la beccaccia proprio di fronte a me ed infatti si mostro in volo con un frullo fragoroso verso il basso.


Questa volta la fucilata andò a buon fine facendo cadere la beccaccia in mezzo ad un folto ginepraio.


Aspettai che Red la recuperasse e venisse verso di me. Presi la beccaccia in mano, appoggiai il fucile in terra e abbracciai Red per alcuni minuti, con le lacrime negli occhi.


Intanto Renato aveva visto tutta la scena da un punto più scoperto e giunto sul posto, anche lui si mise ad accarezzare Red dicendo: “ritieniti fortunato, cani come questo ne nascono uno ogni 100 anni” Ero in Paradiso.


Questa è una delle tante emozioni che questo splendido Cane mi ha fatto provare.


GRAZIE RED. Rimarrai sempre nei miei pensieri.



Sandro Ciccacci


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